27 ottobre 2017

IL PIEMONTE VA A FUOCO

E' STATO DI CALAMITÀ. L'incendio che da giorni si propaga velocemente da una montagna all'altra del Torinese e del Cunese sta divorando ettari ed ettari con un danno ecologico mai visto nel territorio.


Il cuore colmo di tristezza, gli occhi sgranati e il sapore acro del fumo respirato, non è sufficiente a descrivere la situazione, la siccità prolungata e il vento stanno mettendo a dura prova le montagne piemontesi. L'incendio di probabile natura dolosa va dalla val di Susa al cuneese coprendo un’area molto vasta come conferma la direzione regionale dei Vigili del Fuoco Piemonte. LA SITUAZIONE È GRAVE, SERVONO AIUTI. “Qui è tutto secco le fiamme si muovono a gran velocità" racconta Renato Bruno, responsabile degli Aib. Stessa cosa riferisce Carlo Carello dell’Aib Cumiana, dove le fiamme stanno ormai cingendo il paese da giorni. “Abbiamo un paese in fiamme” ha raccontato.  Protezione Civile e  vigili del Fuoco con il sostegno di molti volontari stanno lavorando giorno e notte, gli elicotteri sono poco operativi per la fitta nebbia di fumo ed è previsto vento, la situazione è molto grave.


Il Piemonte brucia, gli animali muoiono a centinaia di migliaia, gli abitanti sfollano...
SERVONO AIUTI.

24 ottobre 2017

LABORATORI GRATUITI


SERATA DI BENEFICENZA

Un incidente a volte può cambiare la vita, un trucco può migliorarla. Le l'Ass. PUOI e GAU insieme con il progetto Truccamiamoci, Camouflage. make up to stay up! Per il diritto alla cura Estetica in pazienti con esiti da ustioni, propongono una serata all'insegna della beneficenza, contribuisci all'iniziativa, contatta l'associazione P.U.O.I. Onlus


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VIVERE SENZA SOLDI

Vivere senza soldi… se n'è sempre parlato in senso utopico o in riferimento a chi lo fa in mezzo alla natura, ma restando immersi nella società odierna? Qualcuno ci sta provando ad Alpignano, in provincia di Torino.
L'idea nasce nel 2014 da Marco Conti (50 anni) che a seguito della lettura del libro “L’uomo senza soldi - Vivere facendo completamente a meno del denaro” di Mark Boyle, decide di creare un gruppo spontaneo verso la realizzazione di una comunità che si basi sull’economia del dono. Al.vi.se (ALpignano VIve SEnza) si realizza con lo scambio di beni materiali e non, di abilità intellettuali e manuali che chiunque può offrire e ricevere. Il progetto dal piccolo Comune di 17 mila abitanti, prende piede e si diffonde anche nei paesi limitrofi e oggi conta quasi 900 membri in continuo aumento. Tra gli aderenti: insegnanti, architetti, medici, infermieri, registi, ecodesigner, artisti, avvocati, agricoltori, pensionati e molti altri.

L'immagine può contenere: una o più persone, scarpe, erba, spazio all'aperto e natura

Fonte: Mezzopieno

Progetti a Mirafiori Sud

Si amplia sempre più la rete delle associazioni e delle attività di Mirafiori Sud, difatti dopo lo "Sportello d'Ascolto Amico" per il disagio sociale, avviato gratuitamente nel quartiere dall'Associazione Angeli di San Francesco Onlus nel 2016, Mirafiori è sempre più ricca di proposte Welfare,  adesso anche  per i disoccupati,  un spazio unico: l'Ass.ne Alp Over 40 da avvio ad un novo progetto, uno sportello d'ascolto per le persone che sono rimaste prive di lavoro, offrendo loro assistenza legale e assicurativa nello spazio polifunzionale di via Negarville.


10 ottobre 2017

CERCASI VOLONTARI


Angeli di San Francesco Onlus

Corsi per adulti a Torino

Corsi presso il C.P.I.A. 3 - Centro Provinciale di Istruzione per Adulti




Nella nostra Circoscrizione è possibile iscriversi ai corsi per adulti presso i due centri C.P.I.A. 3 - Centro Provinciale di Istruzione per Adulti.
Le sedi sono:
Braccini - in C.so Tazzoli 215/1 - Tel. 011-3118386  - ctpbraccini@virgilio.it
Castello di Mirafiori - in Strada Castello di Mirafiori 55 - Tel. 011-01133760 - ctpcastmir@libero.it

Fonte: Circ.2 - Comune di Torino

03 ottobre 2017

4 ottobre - GIORNATA DELLA PACE - Festa di San Francesco

Riconoscimento del 4 Ottobre, San Francesco, 

giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse


Il 4 ottobre giorno di San Francesco D'Assisi, è indicato dal Parlamento nel 2005, quale “solennità civile e giornata per la pace, per la fraternità e il dialogo fra le religioni”. 
Questa giornata di festa nazionale è un’occasione per rinnovare gli ideali e i valori del così detto: poverello d'Assisi e le sue forti scelte di vita. La determinazione sancita dal Parlamento offre un modo in più per diffondere il suo messaggio. L'identificazione verso la pace, il dialogo e l'attenzione verso i più fragili; per certi versi si tratta di una precisazione relativa visto che tanti lo conoscono già come fratello, uomo del dialogo, dell’amore per l’altro e per il mondo. 

Sin dal 1939, anno in cui Papa Pio XII nominò san Francesco d’Assisi Patrono d’Italia, ogni anno una diversa regione italiana si reca in pellegrinaggio ad Assisi nella Solennità del Transito del Santo Serafico offrendo in dono l’olio per alimentare la lampada che arde giorno e notte presso la sua tomba custodita nella cripta della Basilica papale a lui dedicata. Questo gesto simbolico porta in sé un significato profondo: rappresenta un omaggio alla perenne luminosità  dei valori che san Francesco, da otto secoli, continua ad annunciare e ai quali l’uomo e la società di oggi guardano con grande speranza




Atti Parlamentari Camera dei Deputati
XIV LEGISLATURA - DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

TESTO UNIFICATO DELLA COMMISSIONE



ART. 1

1. All’articolo 1 della legge 4 marzo 1958, n. 132, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al primo comma, dopo le parole: “solennità civile” sono inserite le seguenti “e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse”; b) dopo il primo comma, è aggiunto il seguente: “In occasione della solennità civile del 4 ottobre sono organizzate cerimonie, iniziative, incontri, in particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, dedicati ai valori universali indicati al primo comma di cui i Santi Patroni speciali d’Italia sono espressione”.

2. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.


PROGRAMMA 2017


La storia...



La storia di San Francesco 4 OTTOBRE

Ottocento anni fa... 


Francesco nasce ad Assisi nel 1182 ed è figlio di un ricco mercante di stoffe, da giovane aspirava a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina. Partecipa nel 1202 alla guerra tra Assisi e Perugia. Tutto cambia nel 1205: mentre è in viaggio verso la Puglia come volontario nelle milizie pontificie, cade gravemente ammalato e resta confinato a Spoleto. Senti una voce divina che lo invitò a ricostruire la Chiesa. E Francesco obbedì: abbandonati la famiglia e gli amici, condusse per alcuni anni una vita di penitenza e solitudine in totale povertà. L'anno successivo di fronte alla resistenza del padre che non capisce un cambiamento così radicale fa un gesto plateale e si spoglia delle sue vesti davanti al Vescovo restituendole al padre. Inizia il suo cammino verso la santità: vive come un eremita, aiuta i lebbrosi, predica e restaura le chiese di San Damiano, San Pietro e la Porziuncola di Santa Maria degli Angeli. Dopo aver raccolto attorno a sé i primi discepoli, nonostante l'opposizione della Chiesa, fonda un ordine ecclesiastico.



Ben presto attirati dalla sua predicazione, infatti si affiancarono a Francesco, quelli che sarebbero diventati suoi inseparabili compagni nella nuova vita: Bernardo di Quintavalle un ricco mercante, Pietro Cattani dottore in legge, Egidio contadino e poco dopo anche Leone, Rufino, Elia, Ginepro ed altri fino al numero di dodici, proprio come gli Apostoli, formanti una specie di fraternità di chierici e laici, che vivevano alla luce di un semplice proposito di ispirazione evangelica.
È importante ricordare il primo preseppe di Natale, viene fatto da Francesco di Assisi, la notte del 24 dicembre 1223. Francesco fu il primo santo ad avere le stimmate. Gravemente malato scrive la sua opera più commovente:  il Cantico di Frate Sole o Cantico delle Creature

(Fonti Francescane)
Tommaso da Celano, primo biografo del Santo, racconta come Francesco, trovandosi a Foligno insieme a frate Elia, ebbe la predizione della sua morte, che sarebbe avvenuta due anni dopo.”Una notte – così il Celano – apparve in sogno a Frate Elia un sacerdote bianco-vestito, di aspetto grave e venerando, che gli disse: “Va, fratello, e avverti Francesco che, essendosi compiuti diciotto anni da quando rinunciò al mondo per seguire Cristo, gli rimangono solo due anni e poi il Signore lo chiamerà a sé nell'altra vita”(Fonti Francescane, 508) .
Sappiamo che gli ultimi due anni di vita di Francesco furono contrassegnati da grandi sofferenze da farlo rassomigliare a Cristo crocifisso. Il 17 settembre del 1224 ricevette le stimmate sul monte della Verna, durante la quaresima in preparazione alla festa di San Michele Arcangelo (29 settembre). Era stato lo stesso Francesco a chiedere di soffrire con questa preghiera:”O Signore mio Gesù Cristo, prima che io muoia ti chiedo la grazia di farmi sentire nell'anima e nel corpo quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti nell'ora della tua acerbissima passione”. (FF, 1219) E le sofferenze vennero. Oltre all'impressione delle stimmate, ebbe inizio un fastidioso male agli occhi, tanto grave che si dovette ricorrere ad un’ operazione effettuata da un medico a Rieti. “Con ferri roventi gli furono bruciate le vene, dall'orecchio al sopracciglio, ma non giovò a nulla”. (FF, 1815) Da Rieti Francesco fu portato a Siena, sempre per la cura degli occhi. Ma proprio a Siena “cominciò ad ammalarsi gravemente per tutto il corpo. A seguito di una rottura dei vasi sanguigni dello stomaco, ebbe abbondanti sbocchi di sangue, tanto da far temere imminente la fine” (FF, 502). A tale notizia, frate Elia accorse in fretta e fece trasportare Francesco al conventino delle Celle presso Cortona Ma, dopo pochi giorni dall'arrivo, il male riprese il sopravvento… “gli si gonfiò il ventre, gli si inturgidirono gambe e piedi, e lo stomaco peggiorò talmente che gli riusciva quasi impossibile ritenere qualsiasi cibo” (ivi). Francesco chiese a frate Elia il favore di farlo riportare ad Assisi, ciò che frate Elia eseguì prontamente, anzi ve lo accompagnò di persona.
I cittadini di Assisi, messi a corrente della gravità del male, compresero che quello era l’ultimo ritorno di Francesco nella sua città. Gli mandarono incontro una delegazione con cavalli e cavalieri che lo accompagnò in corteo da Satriano ad Assisi. (cfr. FF, 1609). Frate Elia sistemò Francesco nel palazzo del vescovo di Assisi anziché alla Porziuncola, e ciò per motivi di sicurezza. La Porziuncola, a quei tempi, era in aperta campagna , quindi troppo esposta ad incursioni per rapire il corpo , appena avvenuta la morte. Ma , alla fine, vinse il desiderio del Santo, il quale “pregò i frati di trasportarlo in fretta a Santa Maria della Porziuncola, volendo rendere l’anima a Dio là dove per la prima volta aveva conosciuto la via della verità”.(FF, 507) Francesco, oramai prossimo al trapasso, chiese che venisse avvertita Giacomina dei Settesoli, nobile signora romana, devota al santo, che lo aveva ospitato a Roma. Francesco detta la lettera pregando “ Frate Jacopa” (come egli la chiamava) che si affrettasse a venire, se voleva rivederlo vivo. Ma prima che partisse il messo che doveva recare la lettera, all'improvviso si udì dalla porta un calpestio di cavalli e il rumore di una comitiva. Uno dei confratelli si avvicinò alla porta e si trovò davanti Giacomina che, avvertita in sogno della prossima scomparsa del santo, si era precipitata per rivederlo.

Aveva portato con sé un panno di color cenerino, con cui ricoprire il corpo morente, dei ceri, una sindone per il volto, un cuscino per il capo e dei dolci (i mostaccioli) che il Santo aveva desiderato, e che la nobildonna gli preparava allorché lo aveva ospite a Roma. Giacomina assisterà alla morte e ai funerali del Santo, si farà terziaria francescana, si stabilirà ad Assisi e alla sua morte sarà seppellita accanto alla tomba di san Francesco (cfr. FF, 860). “Quando Francesco sentì che stava per giungere il momento della sua partenza da questa terra, convocati intorno a sé i suoi frati, impartì a ciascuno la benedizione, come un tempo il patriarca Giacobbe benedisse i suoi figli”(FF, 505). Francesco spirò la sera del 3 ottobre 1226. In quel momento uno stormo di allodole si posò sul tetto e a lungo garrì, salutando l’amico che volava al cielo (cfr. FF, 855)
La mattina del 4 ottobre, il suo corpo fu traslato con una solenne processione dalla Porziuncola alla chiesa parrocchiale di S. Giorgio ad Assisi, dove era stato battezzato e dove aveva cominciato nel 1208 la predicazione.

Come si celebra il 4 ottobre

Con l’ avvicinarsi del VII centenario della morte di san Francesco (1926) il Consiglio di presidenza della “Fides Romana” lanciò un appello a tutti gli italiani perché esprimessero la loro unità spirituale attraverso il simbolo di una Lampada votiva che ardesse perennemente presso la tomba di San Francesco.